MARVEL STORY - Capitolo 2: 1940 - Arrivano Stan & Jack
La storia della Casa delle Idee, a cura di Davide Basile
Il logo della Timely Comics |
Il 1940 fu un anno decisamente importante nella storia della Timely Comics. Martin Goodman decise di puntare con più decisione sulla casa editrice che aveva fondato solo qualche mese prima e, complice la situazione non rosea delle sue riviste pulp, finanziò la nascita di nuovi progetti e nuove testate. Nacquero così Daring Mystery Comics, Mystic Comics e, soprattutto, Human Torch Comics, la prima serie regolare dedicata alla Torcia Umana. Albi come questi servivano soprattutto ad introdurre personaggi che attirassero l’attenzione del pubblico, tentando di replicare il successo di Marvel Mystery Comics. Nel giro di pochi mesi, infatti, il neonato universo Timely sarebbe già stato affollato di dozzine di eroi e criminali in costume. L’evento più importante dell’anno, tuttavia, fu senza dubbio un altro, ovvero l’ampliamento dello staff con l’assunzione di due cartoonist destinati ad entrare nella leggenda del fumetto: Jack Kirby e Stan Lee! |
L'assunzione di Stan Lee e Jack Kirby | |
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Jacob Kurtzberg (Jack Kirby) |
Avendo definitivamente capito quanto potesse essere remunerativo il campo dei comics, e dopo l’ingaggio di Joe Simon come editor-in-chief, Goodman riuscì a mettere sotto contratto nel 1940 un altro giovane artista di sicuro talento: Jack Kirby. Nato come Jacob Kurtzberg nel 1917 a New York, il cartoonist proveniva da una famiglia di immigrati austriaci ebrei. Da ragazzino, per sua stessa ammissione, si ritrovava spesso coinvolto in risse con coetanei nella sua Suffolk Street; queste esperienze gli saranno di ispirazione quando creerà negli anni sessanta la Yancy Street Gang per i Fantastici Quattro. Kirby manifestò comunque subito una spiccata propensione per il disegno, che imparò da autodidatta: ancora teen-ager, ebbe le sue prime esperienze in diverse riviste del settore. Prima dell’inizio del decennio aveva già lavorato con gente del calibro di Will Eisner, usando una miriade di soprannomi diversi. Fu come Jack Kirby, però, che iniziò a collaborare con Joe Simon per la Fox Feature Syndicate, prima che quest’ultimo passasse alla Timely. Da editor-in-chief della casa editrice di Goodman, tuttavia, Simon si ricordò del suo vecchio compagno e Kirby fu assunto come scrittore e (soprattutto) disegnatore. |
Joe Simon e Jack Kirby |
Il compito principale della coppia di artisti era quello di creare nuovi personaggi sulla scia dei già famosi Sub-Mariner e Torcia Umana. Videro così la luce nei mesi successivi numerosissime storie molto diverse per trame e ambientazioni, nessuna delle quali in realtà riuscì davvero a spiccare sulle altre. La creazione di superstar dall’immediato impatto sul pubblico, Goodman dovette capire, non era una cosa che poteva accadere tutti i giorni. Nel frattempo, Simon e Kirby introducevano eroi pittoreschi e dalla breve vita come Marvel Boy e Captain Daring. A novembre fu invece la volta del più fortunato Vision, primo segnale del grande contributo che i due cartoonist avrebbero potuto dare alla Timely e alla storia del fumetto. Il tratto ancora acerbo, ma già potente e dinamico di Kirby, unito alle trame di Simon (ma in realtà i due collaboravano entrambi sia alla storia che alle matite) contribuì a fondare un nuovo tipo di approccio ai comic book, cambiando il volto della casa editrice di Goodman. Presto si sentì allora il bisogno di una nuova recluta che potesse aiutare la coppia nel loro lavoro. Fu così che, alla fine del 1940, la Timely assunse l’appena diciassettenne Stanley Lieber, l’uomo che sarebbe diventato una leggenda del fumetto con il nome di Stan Lee! |
Stanley Lieber (Stan Lee) |
Nato nel 1922 a New York, figlio di immigrati rumeni, il giovanissimo cartoonist aveva già svolto negli anni precedenti numerosi lavoretti di vario genere, dimostrando nel frattempo una grande passione per la letteratura e un talento non comune per la scrittura. Stan era inoltre un cugino della moglie di Goodman, cosicché, grazie anche all’intercessione dello zio Robbie Solomon, ottenne un posto come assistente per la casa editrice. Il ragazzo sognava in realtà di diventare un romanziere, e guardò inizialmente al suo impiego alla Timely come una soluzione temporanea. “Sentivo che avrei scritto un giorno la Great American Novel e non volevo usare il mio vero nome su questi sciocchi fumetti”, confessò in un’intervista molti anni più tardi. In realtà, Lee avrebbe dovuto aspettare il 1941 prima di veder pubblicata una sua storia; nei primi mesi della sua permanenza fu infatti utilizzato come aiutante tuttofare. Ironicamente, tuttavia, come avvenne per Jack Kirby, anche Stanley Lieber sarebbe diventato famoso in tutto il mondo con il suo soprannome, che avrebbe in seguito addirittura adottato legalmente. |
Alex Schomburg |
A gennaio, con le copertine di Marvel Mystery Comics 3 e Daring Mystery Comics 1, aveva frattanto debuttato Alex Schomburg, un artista trentaquattrenne nato in Porto Rico che sarebbe diventato un’icona della Timely degli anni quaranta. Lavorando come freelance, il talentuoso disegnatore si specializzò soprattutto in cover ad altissimo impatto grafico, che sfidavano la prospettiva e ammiccavano al lettore. |
Nuove serie e nuovi eroi | |
Daring Mystery Comics |
Nel 1940, dunque, Martin Goodman decide di capitalizzare sul successo di Marvel Mystery Comics e di sfidare la concorrenza introducendo quasi contemporaneamente due nuove testate antologiche: Daring Mystery Comics e Mystic Comics. L’intenzione è quella di proiettare immediatamente la neonata Timely nel circuito delle giganti del settore supereroistico, e di competere direttamente con compagnie come la National Comics (la futura DC). Il tentativo iniziale, tuttavia, è infruttuoso: Goodman cerca subito e a tutti i costi di creare un personaggio di successo, introducendo in pochi mesi una marea di eroi e comprimari. In questo modo, però, non diede al pubblico il tempo e la possibilità di affezionarsi alle nuove storie e ai loro team creativi. Daring Mystery Comics, che debutta già a gennaio, è chiaramente un tentativo di proporre a rotazione personaggi sulla scorta di quelli già famosi che appaiono su Marvel Mystery. Ogni albo contiene sei o sette avventure, ognuna con un protagonista diverso, normalmente non più lunghe di dieci pagine. Il mese successivo altri eroi sarebbero stati introdotti, senza alcun rispetto dell’omogeneità grafica e creativa della testata: solo un paio di essi, più fortunati, appaiono per due o tre storie di fila. Addirittura, di tanto in tanto l’albo viene sospeso per poi riapparire dopo qualche tempo con situazioni e cartoonist differenti. Non stupisce, allora, che l’esperimento sia durato solo otto numeri, soppresso nel gennaio del 1942. |
Mystic Comics |
Molto simile, comunque, l’esito di Mystic Comics. La pubblicazione apre i battenti a marzo, con il neonato Blue Blaze come personaggio portante “ufficiale”. In realtà, anche in questo caso Goodman tenta di far presa su un ampio settore di pubblico proponendo una miriade di nuovi characters, la maggior parte dei quali destinati a non apparire mai più. E come Daring Mystery, anche questa testata verrà pubblicata a singhiozzo sino al numero dieci, dell’agosto 1942. Gli eroi che fanno la loro prima apparizione in questi mesi hanno tutti costumi sgargianti e nomi altisonanti che poco o nulla dicono al lettore moderno, ma che si inseriscono perfettamente nell’affollato quadro della Golden Age. Fiery Mask (che debutta in Daring Mystery Comics 1) è un giovane dottore tramutato involontariamente da un mostruoso scienziato pazzo in un superessere dai mille poteri e dalla forza sovrumana. Nelle poche avventure che gli vengono concesse, affronta minacce sovrannaturali come zombie e demoni; oggi è ricordato soprattutto per essere stato la prima invenzione Timely di Joe Simon. Nello stesso Daring Mystery 1, comunque, troviamo Monako (un mago con tanto di smoking nemico del crimine) il capitano Barney Mullen e il Detective Denton. C’è spazio persino per un serial western: il protagonista si chiama Texas Kid e non comparirà mai più in un albo a fumetti. Il numero successivo introduce invece il giustiziere Laughing Mask, creazione di Will Harr e Maurice Gutwirth, che uccide i suoi avversari indossando una maschera da teatro. Il mese dopo, senza preavviso, diventerà l’eroe Purple Mask. Scarsa fortuna hanno anche i nuovi Mister E., Falcon e Phantom Bullet, così come il primo Marvel Boy, alias Martin Burns, creato da Simon e Kirby. Goodman tenta anche la carta Tarzan e così in Daring Mystery 2 debutta Trojak “l’Uomo Tigre”, ragazzo bianco allevato da una tribù africana che compare fino al numero 6 della rivista. Stuporman di Harry Douglas è infine una delle prime parodie del fumetto supereroistico. |
Black Widow |
In Mystic Comics 1, nel frattempo, fa la sua apparizione Blue Blaze, bizzarro vigilantes nato nell’ottocento e rimasto in ibernazione fino agli anni trenta; è un’altra invenzione di Douglas. Nello stesso albo la Timely introduce il suo primo “supergruppo” (anche se i membri non possiedono veri superpoteri): si tratta dei detective 3Xs. Nei mesi successivi vedono la luce sulla testata molti altri personaggi, da Master Mind Excello a Thin Man, quasi tutti ormai dimenticati. L’unica eccezione è probabilmente la terrificante Black Widow, di George Kapitan e Harry Sahle, che debutta nel numero 4 e, nonostante l’esiguo numero di storie prodotte, resta uno dei migliori risultati della casa editrice. Claire Voyant, bionda medium capace di comunicare con i morti, viene uccisa da un cliente infuriato; subito è resuscitata da Satana in persona come agente in grado di uccidere con un solo tocco e di portare così all’inferno le anime dei criminali. Da notare, comunque, come la Timely, indipendentemente dal personaggio in questione, iniziasse ad inserire nelle storie riferimenti più o meno velati alla guerra in Europa, talvolta facendo lottare i suoi eroi contro tiranni che non potevano che ricordare i nazisti. |
L'universo Timely | |
Il marchio Red Circle |
Con l’aumento del numero e delle uscite mensili delle sue pubblicazioni a fumetti, Goodman decise fin da subito di adottare una tattica che aveva già sperimentato con i pulp magazine: utilizzare molte etichette diverse sulle varie copertine dei suoi comics. Le avventure dei supereroi Timely presero così ad uscire sotto una marea di “marchi” differenti, il più importante dei quali era probabilmente la Red Circle. Le ragioni di questa mossa erano molteplici: prima di tutto, se fosse risultato proprietario di numerose piccole compagnie piuttosto che manager di una casa editrice più grande, Goodman sarebbe riuscito a pagare meno tasse; il fallimento di una di queste effimere etichette, inoltre, avrebbe avuto effetti meno catastrofici sull’intera linea di fumetti. Non bisogna farsi ingannare, comunque, sulla miriade di nomi diversi che l’editore introdusse negli anni quaranta e cinquanta: tutti gli albi in questione erano infatti parte della Timely Comics. |
Marvel Mystery Comics #8 |
La sostanziale unità di tali pubblicazioni venne sancita per la prima volta proprio nel 1940, sulle pagine di Marvel Mystery 8 e 9 (usciti rispettivamente a giugno e luglio): la storia in questione è il primo, epico scontro tra Sub-Mariner e la Torcia Umana! I due grandi protagonisti della scuderia di Goodman si trovano a lottare l’uno contro l’altro per le strade di New York, in una grandiosa dimostrazione della loro forza e dei loro poteri. Si trattava di un vero e proprio crossover tra i due serial Timely più seguiti, che dimostrava senza ombra di dubbio che i supereroi della casa editrice abitavano nello stesso universo narrativo. Uno dei concetti fondamentali della futura Marvel Comics, dunque, era stato piantato: tutti (o quasi) i personaggi pubblicati, pur vivendo avventure diverse, potevano incontrasi e conoscersi, le vicissitudini dell’uno a volte influenzando la vita degli altri. L’idea di uno shared universe, inoltre, era una novità pressoché assoluta per tutti i fumetti dell’epoca, che presto avrebbe acquistato una grande importanza per l’intera industria. Cosa forse più importante per Goodman, il crossover fu un successo, attirando molti lettori e portando nuova linfa alla Timely dopo i fallimenti delle testate antologiche Daring Mystery e Mystic Comics. Alcuni dubbi, tuttavia, permangono sulla paternità della storia: sembra che l’idea iniziale sia stata di Bill Everett e Carl Burgos (i due artisti che avevano creato e che continuavano a curare i due personaggi). Il canovaccio sarebbe poi stato passato agli scrittori John Compton ed Hank Chapman per la sceneggiatura. Goodman, inoltre, e forse lo stesso Joe Simon, hanno avuto probabilmente un piccolo ruolo nel definire i dettagli. I disegni, invece, sono sicuramente di Everett e Burgos, con il primo a illustrare Namor e il secondo la Torcia Umana. |
Lo scontro del secolo: Sub-Mariner contro la Torcia Umana |
Così, su Marvel Mystery Comics 8, Sub-Mariner attacca a viso aperto gli Stati Uniti dopo essere stato temuto e attaccato per i suoi precedenti misfatti. L’atlantideo riesce a provocare il panico e a sgominare le forze di polizia, addirittura liberando le bestie dallo zoo del Bronx e distruggendo la cima dell’Empire State Building. È a questo punto che interviene la Torcia, che si erge a difensore dell’America e contrattacca, dimostrandosi un valido avversario anche per Namor. In realtà, lo scontro vero e proprio viene narrato solo su Marvel Mystery 9, dato che nel numero precedente si era mostrato in due storie differenti la furia di Sub-Mariner e il tentativo dell’androide di riparare i danni. A luglio, però, in un racconto di lunghezza doppia (ventidue pagine) la battaglia tra i due superesseri viene mostrata in tutto il suo splendore, fino alla situazione finale di stallo: Namor riesce ad intrappolare l’avversario in una capsula in assenza di ossigeno, ma allo stesso tempo non può andarsene né colpirlo perché riattiverebbe i suoi poteri. L’ultima vignetta si rivolge direttamente ai lettori entusiasti, incitandoli a dire la loro e a scegliere il vincitore. La soluzione ufficiale arriva nella prima tavola del numero successivo, quando viene spiegato che la polizia riesce a riportare l’atlantideo alla ragione, assicurandogli che la Torcia non gli darà più fastidio se lascerà New York. Prevedibilmente, dunque, lo scontro fra i due titani finisce in un pareggio, forse anche per il fatto che nessuno dei due cartoonist avrebbe voluto vedere il suo personaggio perdere. |
Carl Burgos ritratto su Strange Tales #123 |
Nell’estate del 1940, inoltre, Goodman decise definitivamente di smettere di contare sui prodotti e sullo staff della Funnies Inc. per creare un bullpen tutto suo. Numerosi artisti e scrittori stavano già collaborando attivamente con la Timely, sotto la supervisione di Joe Simon. Il passo successivo fu quello di ingaggiare cartoonist quali Bill Everett e Carl Burgos, che iniziarono così a percepire salari più alti (dato che la Funnies detraeva dai loro stipendi i soldi che guadagnavano da Goodman). La piccola agenzia di package si trovò in pochi mesi anche costretta a vendere alla casa editrice i diritti di Sub-Mariner e della Torcia Umana, gli unici due personaggi che la Timely continuava a comprare. |
Human Torch Comics | |
Red Raven Comics |
Nonostante gli insuccessi di Daring Mystery Comics e Mystic Comics, Martin Goodman decise comunque di puntare nell’agosto del 1940 sul lancio di una nuova collana: Red Raven Comics. Per la prima volta, la Timely pubblica quindi una testata basata (come indica il titolo) su un solo personaggio portante. Ovviamente, come era costume all’epoca, l’albo conteneva anche le storie di altri sei eroi, ma si trattava in questo caso di character minori, che facevano solo da appendice all’avventura principale. Red Raven era un personaggio per certi versi atipico, le cui origini sono forse addirittura più fantasiose di quelle degli altri eroi di Goodman. Da bambino (il suo nome “civile” non viene rivelato) l’aereo pilotato dai suoi genitori si schianta contro un’isola volante abitata da misteriosi uomini con le ali. Unico sopravvissuto del disastro, viene quindi adottato dal loro re, che gli spiega come il suo popolo si sia evoluto dagli uccelli. Una volta adulto, e dotato di una tecnologia avanzata e di un costume alato, Red Raven torna quindi sulla terra come giustiziere. La storia di Joe Simon e Louis Cazeneuve non è inferiore a molte altre prodotte dalla Timely in quel periodo, ma Goodman ritiene probabilmente che il personaggio non abbia un futuro sul mercato e decide di chiudere la collana dopo il solo primo numero. Red Raven Comics diviene quindi il peggior insuccesso della compagnia, che a questo punto, nonostante le ottime vendite di Marvel Mystery Comics, si trova a navigare in cattive acque. Per competere con case editrici già affermate come la National Comics, la Quality Comics e la Fawcett Publishing Goodman aveva bisogno di un hit che attirasse immediatamente i lettori. La soluzione, ironicamente, era da ricercare all’interno del parco testate già esistente: se la Torcia Umana aveva acquisito una buona popolarità, allora forse era giunto il momento di sfruttarla affidando al personaggio una testata tutta sua. |
Il primo numero di Human Torch Comics |
Nell’autunno del 1940 debuttò quindi nelle edicole Human Torch Comics, la prima serie regolare Timely basata su un grande eroe, che seguiva proprio la numerazione della defunta Red Raven Comics. Il primo numero della rivista fu quindi il 2, anche se poi l’anno successivo vi furono due numeri 5, cosicché tutto fu riportato alla normalità. Quello che è importante, comunque, è che l’esperimento funzionò e la testata della Torcia divenne una delle più importanti serie supereroistiche dell’epoca. Con Human Torch Comics Martin Goodman aggiustò finalmente la rotta: l’albo conteneva infatti anche alcune storie d’appendice, ma questa volta oltre alla Torcia Umana (che rimaneva la star della testata) appariva anche Sub-Mariner, l’altra grande creazione Timely. Tutti gli elementi insomma, dalla copertina ai personaggi utilizzati, suggerivano al lettore che si trattava di una rivista in grande stile, con all’interno il meglio dell’azione supereroistica. Da notare inoltre come la testata uscisse a cadenza trimestrale, un numero per stagione. I cartoonist che curano le storie principali sono ancora una volta Carl Burgos e Bill Everett, che continuano a occuparsi dei soggetti e delle matite rispettivamente della Torcia e di Sub-Mariner. |
Il debutto di Toro |
In Human Torch Comics 2 debutta inoltre Toro, il partner teen-ager dell’eroe. Si tratta di una novità assoluta in campo Timely, che segue di soli pochi mesi l’introduzione di Robin sulle pagine di Batman per la rivale National Comics. L’idea di inventarsi una giovane spalla per gli eroi più affermati era vincente e Goodman non se la fece scappare. I ragazzini dell’epoca si immedesimavano infatti negli aiutanti dei loro personaggi preferiti, troppo adulti e infallibili per essere davvero simili a loro. Toro, in particolare, era un adolescente rimasto orfano dopo la scomparsa di entrambi i genitori in un incidente ferroviario. Proprio in quell’occasione viene scoperto dai membri di un circo, che si accorgono che il ragazzino è immune al fuoco e può addirittura controllarlo: a causa di queste straordinarie abilità viene quindi arruolato come attrazione negli spettacoli della compagnia. Poco tempo dopo la Torcia Umana lo nota durante un’esibizione e gli insegna a controllare i suoi poteri. Toro accetta subito di affiancare l’eroe nella sua lotta contro il crimine; le prime avventure della coppia, tuttavia, non sono prive di incidenti, con il testardo ragazzino spesso rimproverato dalla Torcia. Fin da subito, insomma, Burgos riesce a sviluppare il rapporto tra i due protagonisti e ad interessare i lettori. |
Le altre storie del 1940 | |
Namor e Betty Dean |
Dopo le rispettive prime apparizioni su Motion Picture Funnies Weekly e Marvel Comics 1, nel 1940 i serial di Sub-Mariner e della Torcia Umana divennero più complessi e interessanti. Namor, in particolare, che già l’anno precedente si era dichiarato nemico della razza umana per conto di Atlantide, decise di sbarcare a New York e subito causò il panico. In realtà, fin dalle sue prime avventure, il personaggio si dimostrò ambiguo e accattivante, ben diverso dai classici villain che infestavano decine di fumetti dell’epoca: fedele a un suo codice d’onore e tutto sommato difensore della propria patria, Namor non si scatenava mai volontariamente sui cittadini indifesi, sulle donne e sui bambini. La sua stessa invasione del mondo di superficie poteva essere fatta risalire sostanzialmente ad un equivoco, scaturito a sua volta dalle battagliere parole della madre Fen e del nonno Thakorr, convinti della cattiveria degli esseri umani. La situazione cambiò per la prima volta già a gennaio, sulle pagine di Marvel Mystery Comics 3, grazie all’introduzione della poliziotta Betty Dean. Coraggiosa ed intraprendente, la donna non esita a fare da esca per tentare di arrestare Sub-Mariner, accorgendosi però subito della sua nobiltà; nello stesso numero riesce quindi a convincere l’atlantideo a schierarsi dalla parte degli americani contro i nazisti (che da questo momento vengono definitivamente inquadrati come il nemico comune delle forze del bene). Betty diventerà con il passare dei mesi uno dei personaggi più importanti della serie e una vera amica di Namor. Nelle successive avventure Sub-Mariner chiederà addirittura in più occasioni a Thakorr il permesso di usare la flotta del regno (dotata di improbabili aerei subacquei) contro la minaccia tedesca, riuscendo a sgominare l’avversario ad ogni occasione. In Marvel Mystery 6, tuttavia, il personaggio viene processato dalla giustizia americana per i suoi passati crimini e, nonostante i recenti atti eroici, condannato a morte. Namor riesce comunque a fuggire e, accecato dalla rabbia, attacca gli Stati Uniti praticamente da solo; il suo tentativo sarebbe probabilmente andato a buon fine se la Torcia Umana non fosse intervenuta e i due superesseri non avessero dato inizio all’epico scontro mostrato sui numeri 8 e 9 della rivista. A questo punto la creatura di Everett si ritrova sola e disprezzata, dato che anche l’imperatore Thakorr lo sospende momentaneamente dalle sue funzioni per il fallimento dell’invasione del mondo di superficie. Ad aiutarlo nelle sue successive avventure sarà quindi la bella Lady Dorma, che aveva esordito proprio nella prima storia del personaggio. Namor riesce comunque in breve a riconquistare la fiducia di Thakorr e addirittura ad essere acclamato come un eroe dagli Stati Uniti, dopo che su Human Torch Comics 3 sgomina due tentativi di invasione da parte di potenze europee. |
Jim Hammond |
Nel corso del 1940 la Torcia Umana compie un simile percorso di riabilitazione, passando dalla condizione di reietto senza un’identità civile a quella di difensore riconosciuto di New York. Se infatti nelle sue prime storie la Torcia combatteva per il bene di una nazione che non faceva che perseguitarlo, in Marvel Mystery 4 inizia a collaborare attivamente con la polizia, inventandosi anche il nome “umano” di Jim Hammond. A maggio, poi, nel numero 7 della rivista, la svolta definitiva: il protagonista entra come membro speciale nelle forze dell’ordine della Grande Mela e subito (come visto) deve affrontare uno scatenato Sub-Mariner. Nei mesi successivi la Torcia si scontra con avversari dall’aspetto e dalle origini più disparate: gangster, politici corrotti e persino mostri infuocati provenienti da regioni lontanissime. In autunno, nel frattempo, aveva esordito la testata ufficiale del personaggio, Human Torch Comics, con la prima apparizione del giovane partner Toro. In inverno è infine ancora la volta di una minaccia filonazista dall’Europa, quando i dittatori dello stato di Slaveland tentano di usare il ragazzo per i loro loschi scopi. Nelle storie dei principali eroi Timely, in sostanza, diventano sempre meno velati gli attacchi contro la Germania hitleriana, che nel 1940 non era ancora formalmente un’avversaria degli Stati Uniti. |
The Vision |
Da segnalare inoltre come in Marvel Mystery Comics apparissero le avventure di altri personaggi più o meno noti, il più fortunato dei quali fu senza dubbio il giustiziere Angel. L'eroe si distingueva dalla grande maggioranza dei suoi colleghi per la sua assenza di maschera e di poteri particolari, e per il suo metodo di investigazione più realistico. Un parziale tocco di sovrannaturale fu aggiunto in Marvel Mystery 11, dove Angel acquisì la “cappa di Mercurio” che gli permetteva di volare. Nel numero 13 della testata debuttò invece Vision, alias Aarkus, celebre creazione di Joe Simon e Jack Kirby proveniente da un’altra dimensione ma decisa a combattere il crimine sulla Terra. Molti anni dopo servirà come stampo per la creazione della moderna Visione della Marvel Comics. Su Red Raven Comics 1 debutta infine, in una back-up story, Mercury, altro personaggio disegnato da Kirby che rappresentava inizialmente il dio greco ma che verrà reinterpretato dalla casa editrice in epoca moderna (precisamente come Makkari degli Eterni). |
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