MARVEL STORY - Capitolo 1: 1939
La storia della Casa delle Idee, a cura di Davide Basile
Martin Goodman e “Motion Picture Funnies Weekly” | |
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Martin Goodman |
Gli anni trenta, negli Stati Uniti, videro anche il fiorire di riviste a basso costo, dedicate ad un pubblico più adulto, piene di storie del brivido o fantascientifiche: i pulp magazine. Le tematiche trattate, che spesso sfociavano nella violenza e nell’erotismo, attrassero un gran numero di lettori e allo stesso tempo influenzarono il giovane mercato del fumetto. Martin Goodman, l’uomo che più di ogni altro avrebbe contribuito alla nascita dell’universo Marvel, era l’editore di numerose riviste pulp. Nato a Brooklyn nel 1910, Goodman aveva passato anni lontano da casa ad esplorare diverse città americane, unendosi ai gruppi di nomadi e dormendo nei loro campi. Forte di questa esperienza, tornò a New York per lavorare presso un editore locale, e nel 1932, grazie ad un prestito, fondò la Western Fiction Publishing, la sua prima casa editrice. Fin da subito, comunque, Goodman definì la sua strategia di vendita: fiutare un’idea, vedere se funzionava e in caso affermativo inondare i negozi con decine di prodotti in tema. Per evitare almeno parzialmente il problema delle tasse, inoltre, iniziò a pubblicare materiale sotto moltissime etichette diverse (sembra addirittura una cinquantina), trend che sarebbe rimasto una sua caratteristica anche negli anni a seguire. A una tale varietà di nomi corrispondeva una grande eterogeneità nei contenuti: tra le sue riviste spiccavano magazine della fantascienza, del crimine, western e del mistero. Nel 1936, Goodman introdusse il suo primo prodotto basato su una serie continuativa: Ka-Zar, signore della giungla nascosta, personaggio dal nome che sarebbe poi stato ripreso in ben altro contesto dalla Marvel Comics. Nel 1938, l’anno di debutto di Superman, lanciò infine una rivista dal titolo estremamente fortunato, col senno di poi… Marvel Science Stories. |
Motion Picture Funnies Weekly |
Goodman fu quindi iniziato ai comics solo nel 1939, per intercessione di Frank Torpey. Editore e direttore commerciale della Funnies Inc., Torpey era specializzato nel preparare insieme ai suoi colleghi albi da vendere a case editrici più grandi. Nonostante l’assenza di fondi, il gruppo poteva contare su artisti di sicuro talento, primo fra tutti Bill Everett, scrittore e disegnatore dal Massachusetts nato nel 1917 e reduce da molteplici esperienze in riviste e giornali. Martin Goodman, che aveva annotato nei mesi precedenti il forte potenziale dei comic book e la loro crescente popolarità, fu convinto da Torpey ad entrare nel campo dei fumetti dopo che, nell’aprile 1939, aveva visto la luce Motion Picture Funnies Weekly. Concepito dalla Funnies Inc. come un giornale da distribuire all’uscita dei cinema e dei teatri, questo albetto in bianco e nero ha un valore storico eccezionale per la sua introduzione del primo personaggio Timely: Sub-Mariner. Il fortissimo e controverso eroe di Atlantide, protagonista di una breve storia di otto pagine, fu un’invenzione di Everett, che ne curò trama e disegni. Motion Pictures Funnies Weekly conteneva anche la prima avventura di American Ace, personaggio creato dal cartoonist Paul Lauretta. La Funnies Inc. aveva preparato altri tre numeri della rivista, ma questi non vennero mai stampati: l’interesse provocato all’uscita fu scarso, e così la casa editrice decise di chiudere le pubblicazioni. Sembra anche che persino il primo numero (del quale rimangono oggi pochissime copie in tutto il mondo) non venne mai davvero distribuito. Al di là del successo commerciale, in ogni caso, l’albo fu importantissimo perché marcò l’inizio di un’era… l’era della Marvel. Di lì a poco, infatti, Goodman decise di iniziare una propria linea di fumetti: la Timely Comics. E uno dei principali protagonisti di questa nuova casa editrice fu proprio Sub-Mariner. |
Sub-Mariner | |
Bill Everett |
E’ stato descritto come “il personaggio Marvel più longevo”, e anche come “il primo mutante”. Quello che è certo è che Sub-Mariner fu il primo supereroe (anche se la definizione non sempre gli calza a pennello) della Timely Comics, e l’unico, insieme con Capitan America, a godere di grande popolarità anche nella Marvel moderna. La sua prima avventura, in Motion Picture Funnies Weekly, seppur breve e in bianco e nero, pose già le basi per una serie unica, affascinante e a suo modo rivoluzionaria nel variopinto affresco della Golden Age. Sub-Mariner era infatti completamente diverso dalla gran parte degli altri supereroi degli anni trenta e quaranta. Non combatteva al fianco dell’umanità, anzi era un nemico giurato del mondo di superficie sin dalla sua prima apparizione: è stato considerato da molti il primo vero antieroe del fumetto. Già nella storia in Motion Picture Funnies Weekly, poi ampliata e colorata per Marvel Comics 1, uccide (seppur involontariamente) due sommozzatori, viene istigato dalla madre Fen, e infine prende dichiaratamente le parti di Atlantide in una guerra vendicativa contro l’umanità. Bill Everett riesce insomma a creare qualcosa di nuovo e di intrigante, un principe sottomarino fedele a un suo codice d’onore, considerato un eroe dalla sua gente, eppure allo stesso tempo una terribile minaccia per gli uomini. Un giovane fortissimo, testardo e difficile da controllare, in perenne lotta contro la società. Molti ragazzini dell’epoca videro in lui un simbolo della loro vena ribelle e anarchica, e il personaggio divenne in breve uno dei punti cardine dell’universo Timely. Già nella primavera del 1941 ottenne quindi una sua testata personale: Sub-Mariner Comics. |
Sub-Mariner |
Figlio di un marinaio americano e di una principessa atlantidea, Namor è capace di vivere e respirare sia sott’acqua che in superficie. Possiede inoltre delle piccole ali ai piedi che gli permettono di volare, e una forza sovrumana che lo rende quasi invincibile. La sua particolarissima fisionomia gli permette infine di invecchiare molto lentamente. Le sue origini risalgono infatti al 1920, quando Leonard McKenzie, capitano di una spedizione verso l’Antartico, entrò in contatto per la prima volta con la civiltà sottomarina. Nel tentativo di rompere i ghiacci e tornare verso l’America, McKenzie e i suoi uomini uccisero involontariamente con i loro ordigni numerosi atlantidei, la cui capitale sorgeva proprio nei pressi del continente. L’imperatore Thakorr, credendo che si trattasse di un attacco deliberato, mandò quindi la sua bella figlia Fen in esplorazione. La ragazza venne scoperta dalla ciurma e scambiata per un’umana, seppur con la pelle blu. Il capitano rimase affascinato dalla creatura, che non comprendeva la sua lingua, e tentò immediatamente di aiutarla. Nel giro di poco tempo, i due si innamorano e arrivano persino a sposarsi. Nel frattempo, però, Thakorr, preoccupato per le sorti della figlia e credendola prigioniera, spedì dei soldati ad attaccare la nave. Nella guerra che ne seguì, Fen e Leonard vennero separati e quest’ultimo rimase apparentemente ucciso. Tornata ad Atlantide, la principessa diede luce a un bambino dalla pelle rosa, che chiamò Namor. Il nome è una prova del fascino provato da Everett per l’impero romano: “Namor” è “Roman” al contrario. Nella sua prima avventura, Fen racconta al figlio ormai adulto le sue origini, spiegandogli anche che, capitano McKenzie a parte, l’umanità è malvagia e gli Atlantidei meritano la loro vendetta. Il giovane decide così di partire in missione in superficie, accompagnato occasionalmente dalla cugina Lady Dorma. La nascita di Sub-Mariner è stata raccontata più di una volta, spesso con sfumature differenti (ad esempio dopo il suo revival nella Marvel moderna), ma i personaggi e le situazioni principali non sono mai cambiati. |
Marvel (Mystery) Comics | |
Il primo numero di Marvel Comics |
Convinto da Frank Torpey e da un mercato in continua espansione, Martin Goodman decise quindi di entrare nel 1939 anche nel campo dei fumetti. L’editore commissionò proprio alla Funnies, Inc. un albo nuovo, che risultasse appetibile alla marea di giovani lettori e che esplorasse allo stesso tempo diversi generi, primo fra tutti quello supereroistico. Il titolo avrebbe dovuto riprendere quello del precedente pulp di Goodman Marvel Science Stories… una scelta decisamente saggia, potremmo aggiungere oggi. Il risultato fu Marvel Comics 1, il primo fumetto edito dalla casa editrice Timely! Se Motion Picture Funnies Weekly aveva introdotto Sub-Mariner, questo nuovo albo, datato ottobre 1939, faceva nascere ufficialmente l’universo Marvel e i suoi straordinari personaggi. Una pietra miliare della storia dei comics, non solo americani, originariamente venduta per dieci cents e oggi quasi senza prezzo. Al suo interno, il recupero della storia di Namor precedentemente apparsa su Motion Picture, ampliata di quattro pagine e colorata, e le prime apparizioni della Torcia Umana originale (un’invenzione di Carl Burgos), di Angel, Masked Raider e Ka-Zar (quest’ultimo direttamente dai pulp magazine di Goodman). A condire il tutto, la storica copertina di Frank R. Paul rappresentante l’infuocato androide del professor Horton. Marvel Comics 1 andò subito a ruba, tanto da vendere in breve tempo le ottantamila copie progettate originariamente. La Timely dovette allora ristampare il fumetto, questa volta datato novembre, per ottenere un successo grandioso: si parla di ottocentomila albi acquistati. Ironico, allora, che la neonata casa editrice non avesse ancora un suo staff vero e proprio: tutti i cartoonist lavoravano per l’”agenzia di package” Funnies, Inc. |
Marvel Mystery Comics |
Oltre alla nuova edizione della prima avventura di Sub-Mariner, sulle pagine di Marvel Comics 1 debuttò il secondo grande protagonista dell’era Timely: la prima Torcia Umana. Il personaggio che molti anni dopo avrebbe fatto da stampo per la creazione di Johnny Storm dei Fantastici Quattro era in realtà un robot inventato dal professor Phineas Horton. Ancora una volta, un eroe fuori dagli schemi, incompreso (almeno all’inizio) e potenzialmente pericoloso. Tutti concetti che sarebbero diventati peculiari nella storia della Casa delle idee. Angel, dal canto suo, era una specie di detective in costume, senza superpoteri, creato da Paul Gustavson; conobbe un moderato successo nel decennio successivo, tanto da apparire in un centinaio di avventure diverse. Il suo vero nome era Tom Hallaway. Discorso differente per Ka-Zar e Masked Raider (il primo serial western della Timely, invenzione di Al Anders), che sarebbero apparsi solo poche altre volte nel corso della Golden Age. Se si pensa che l’albo conteneva anche una storia senza un personaggio portante intitolata “Jungle terror”, si può facilmente intuire come Goodman intendesse attirare il maggior numero di ragazzi possibile facendo appello ai generi più svariati. Dal secondo numero, poi, datato dicembre 1939, la testata cambiò nome in Marvel Mystery Comics; non sono chiare le ragioni di questa scelta, sta di fatto però che i personaggi e la casa editrice rimasero gli stessi. Da segnalare che American Ace, il controverso aviatore creato per Motion Picture Funnies Weekly, tornò brevemente a far compagnia agli altri eroi con due avventure, per poi cadere nel dimenticatoio. |
Joe Simon |
Goodman comprese subito le enormi potenzialità della rivista e della Timely Comics in genere. Fu così che, nell’autunno dello stesso anno, assunse il suo primo cartoonist: Joe Simon. Nato a Rochester, New York, nel 1913, il giovane autore aveva iniziato disegnando per vari giornali, ed era arrivato alla Funnies, Inc. verso la fine degli anni trenta. Abile anche come scrittore ed editore, passò quindi alla Timely e ne divenne subito il primo editor-in-chief (redattore capo). In breve, si sarebbe dimostrato molto importante per Goodman e la sua linea di fumetti. Gli altri artisti che stavano collaborando a Marvel (Mystery) Comics, dal canto loro, preferirono per il momento restare alla Funnies; tra questi v’erano appunto Bill Everett, Carl Burgos e Paul Gustavson. |
La Torcia Umana originale | |
The Human Torch |
I primi due grandi protagonisti della scuderia Timely erano, a loro modo, innovativi ed immediatamente riconoscibili nel panorama fumettistico dell’epoca. Entrambi dei freak, avevano un aspetto minaccioso e nelle loro prime uscite provocarono certamente più danni che azioni eroiche. E se Sub-Mariner traeva il suo potere dall’acqua e dall’oceano, la prima Torcia Umana incarnava la furia incontrollata del fuoco. Una contrapposizione che deve subito aver colpito e affascinato i giovani lettori dell’epoca, tanto più che i due “eroi” condividevano le pagine di Marvel (Mystery) Comics. La prima storia della Torcia è, comprensibilmente, ben lontana dai canoni supereroistici, condita com’è di toni fantascientifici e vagamente inquietanti. Solo col passare dei mesi la serie si assesta su binari più tradizionali, con il protagonista che combatte il crimine e collabora con la polizia. Per molto tempo, in ogni caso, il personaggio si rivela per certi versi ancora più controverso di Sub-Mariner, a causa della paura (e dell’odio) che la gente comune prova per lui nonostante tutti i suoi tentativi di aiutarla. Come molti dei personaggi Timely, la Torcia Umana era stata inventata da un solo cartoonist, Carl Burgos, che ne aveva curato storia, disegni e perfino il lettering. Si trattava, ancora una volta, di un artista newyorchese, nato nel 1916 e reduce da diverse esperienze nel mondo dei periodici e dei comics. A partire dal fatidico Marvel Comics 1, comunque, Burgos divenne uno dei pilastri della compagnia di Goodman, e il suo personaggio uno dei più popolari dell’epoca. Non a caso la Torcia Umana fu il primo eroe Timely ad acquisire una testata personale, nel 1940. |
Il prof. Phineas Horton |
La sua prima avventura introduceva uno scienziato, il professor Phineas Horton, che era stato capace di creare un androide in tutto somigliante ad un essere umano. Qualcosa era però andato storto durante l’esperimento, cosicché il robot, al contatto con l’aria, si infiammava e bruciava. Incapace di controllare la sua stessa “creatura”, Horton decide allora di imprigionarla per sempre per evitare di provocare danni. La Torcia Umana, tuttavia, riesce a scappare e impazza per la città, causando involontariamente un incendio e attirando l’attenzione dei media e delle forze dell’ordine. L’androide, ancora senza un’identità civile, è comunque capace di provare emozioni e possiede un animo nobile che lo porta a cercare di collaborare con la giustizia e allo stesso tempo a disperarsi per la sua condizione di reietto. I suoi fantastici poteri, d’altro canto, gli permettono di volare e controllare le fiamme che produce, così da poterle usare come arma contro gli aggressori. La Torcia avrà modo di usare le sue abilità già al termine della sua prima avventura, quando affronta il gangster Sardo, che aveva tentato di usarlo per i suoi loschi scopi. Successivamente arrestata dalla polizia, la creatura racconta davanti al giudice la sua storia, e la corte la riassegna al professor Horton. Una volta nel laboratorio, però, questi afferma di voler trarre profitto dalla sua invenzione, cosicché la Torcia, disgustata, lo abbandona fuggendo dal palazzo. Temuto e solitario, l’androide vive le sue successive avventure in perenne contrasto con sé stesso e con la società, affrontando di volta in volta pericolose minacce. |
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